“Noi siamo sempre stati favorevoli all’aumento delle licenze, isolati e inascoltati”. Loreno Bittarelli, leader storico dei tassisti romani, lo sottolinea più volte. Il presidente di ItTaxi e URI - Unione Radiotaxi d’Italia si smarca dalla maggioranza della categoria da sempre contraria a un aumento delle auto bianche in città. Ma con qualche distinguo.
I taxi continuano a fare resistenza sulle licenze mentre le auto bianche scarseggiano. È una posizione sostenibile?
“Sono due anni, da prima del decreto Asset, che sollecitiamo il Comune di Roma ad aumentare le licenze di 300 unità. Su questo siamo favorevoli. Siamo, invece, contrari al fatto che per due anni si è dormito perché, mentre il turismo stava incrementando in maniera esponenziale, di fatto la richiesta di taxi si è triplicata e loro non hanno fatto nulla per due anni. Poi, di punto in bianco, hanno fatto i fuochi d’artificio: 1.000 licenze taxi in più, 2.000 permessi Ncc senza rendersi minimamente conto di quello che potrebbe essere l'impatto sulla circolazione”.
Ma qualcosa bisognava pur fare, la situazione è drammatica, i taxi sono tuttora introvabili soprattutto a Roma e Milano.
“Certamente. E, infatti, secondo noi le nuove licenze servono e vanno aumentate e subito, dopodiché andava fatto in maniera graduale, man mano che si ampliavano le infrastrutture, le piazzole di sosta, le corsie preferenziali e tutto quello che serve per migliorare la circolazione”.
E qual è la sua proposta allora?
“Io dico: aumentiamo il numero fino a che si raggiunge un certo equilibrio tra domanda e offerta. Noi non vogliamo che i nostri clienti aspettino un’ora per trovare un’auto”.
Veniamo alle tariffe. Perché questi aumenti?
“Non sono aumenti ma adeguamenti tariffari che interessano tutti i servizi. Sono in linea con l’inflazione, il costo della vita che aumenta. A Roma sono 12 anni che le tariffe non venivano adeguate, mentre il biglietto dell'autobus è aumentato di più. Ma c’è un problema”.
Quale?
"Bisogna introdurre elementi di flessibilità, lasciare più libertà ai titolari di licenza nella fissazione delle tariffe, per cercare di far incontrare più facilmente domanda e offerta.
Basta un acquazzone, la metro che si ferma e la richiesta taxi va a mille. È impossibile far fronte a questi picchi se non si cerca di calmierare in qualche modo la domanda facendo leva sul prezzo, come fanno ormai tutti i servizi, dall’energia al trasporto aereo".
Quindi corse più care nei momenti di picco e più basse con poca domanda?
“Uber ce lo insegna, perché non farlo?”