I temi messi all'ordine del giorno dal governo riguardano le doppie guide, nuove licenze, anche stagionali e i mezzi green. Il Difforme ha intervistato il presidente dell'Unione Radiotaxi d'Italia Loreno Bittarelli per sapere quali siano le posizioni della sua categoria.
La situazione dei taxi ormai è sempre critica e la categoria e il governo sembrano voler dialogare e risolvere gli empasse che ormai durano da anni. ieri, i ministri Urso e Salvini si sono incontrati con la categoria dei tassisti per discutere e mettere sul tavolo alcune proposte, non fattibili secondo Loreno Bittarelli, presidente della Cooperativa Radiotaxi 3570 di Roma e dell'Unione Radiotaxi d'Italia. L’unico dato certo è che i turisti in questi mesi estivi stanno invadendo le città e i tanti disservizi dei mezzi pubblici gravano non poco sul servizio dei taxi. In più, anche l’Antitrust ha iniziato ad indagare: pos non funzionanti, tassametri fasulli e attese interminabili per trovare un mezzo di trasporto nelle grandi città.
Presidente Bittarelli, negli ultimi mesi la mancanza di taxi a Roma è evidente e le file in alcuni punti della città sono davvero lunghe. Ci spiega i motivi di ciò che sta accadendo?
Ad oggi c’è un incremento importante del turismo già dal mese di maggio, ma un presentimento del grande afflusso lo avevamo già segnalato da settembre dell’anno scorso. Abbiamo registrato anche una maggior richiesta di spostamenti dei residenti e dei pendolari che vengono nel centro di Roma dall’area metropolitana. Le file e le mancanze di taxi non sono distribuite uniformemente in tutta la città, ma solo in alcuni poli attrattori come, ad esempio, la stazione Termini. Il fatto evidente è che in alcuni momenti della giornata il nostro servizio vive momenti di picco mai visti prima ai quali chi gestisce il servizio non ha saputo dare adeguate risposte.
Il Comune di Roma intende?
Proprio così. In più di un’occasione dall’anno scorso abbiamo scritto al Comune che la situazione stava peggiorando mese dopo mese. Abbiamo quindi segnalato che la carenza di Taxi in alcune fasce orarie della giornata era -ed è tutt’oggi - causata dai turni che l’Amministrazione stabilisce, completamente sbagliati e inadeguati alla crescente domanda di mobilità Taxi da parte dei cittadini. Le risposte alle nostre lettere da parte del Comune, Assessore e Sindaco inclusi, sono state pari a zero.
Secondo Lei, come mai improvvisamente c’è tutta questa gente che richiede un taxi? È un effetto post-CoViD o c’è dell’altro?
Dai dati in nostro possesso, riscontriamo flussi aggiuntivi di clientela che normalmente utilizza il trasporto pubblico di linea, che si generano quando ci sono criticità del sistema di trasporto collettivo gestito dal Comune. D’altronde, sono sotto gli occhi di tutti le continue interruzioni della metro per problemi tecnici e la lentezza del sistema tranviario. Non parliamo poi della scarsezza di corsie preferenziali di cui è dotata la città, che costringe gli autobus – ma anche i taxi - a camminare sulle corsie destinate alle auto private, rallentando così tutto il servizio.
Qualche settimana fa ATAC ha comunicato che, a tre anni dall’inizio della pandemia, la percentuale di persone che utilizzano il trasporto pubblico di linea a Roma non è ancora ritornata ai livelli pre-CoVid, registrando lo scorso anno un numero di accessi in calo tra il 25 e il 30 per cento rispetto al 2019.
In questa situazione, il servizio Taxi è una delle poche alternative possibili perché è sempre presente e sempre funzionante, ma non possiamo assumere il ruolo di spina dorsale degli spostamenti in città.
Cosa avete chiesto al Comune di Roma?
Innanzitutto, di adottare turni idonei per evitare che la situazione peggiorasse. Non è poi così difficile prevedere più vetture negli orari della giornata di più alta richiesta. Poi abbiamo chiesto che il Comune si attivi con le imprese ferroviarie e con le società di gestione degli aeroporti per conoscere in anticipo criticità di circolazione e ritardi e gestire picchi di domanda alle stazioni ferroviarie ed ai terminal aeroportuali.
E poi, più corsie preferenziali, magari anche videosorvegliate, che gioverebbero pure agli autobus di ATAC, più coordinamento dei semafori alle intersezioni e più vigilanza sul fatto che queste misure siano poi rese effettive e non restino solo inchiostro sulla carta.
I cittadini si lamentano anche delle tariffe, prendere un taxi spesso può essere caro.
Guardi, anche su questo circolano leggende metropolitane d’altri tempi. Lei pensi che prendere un taxi a Roma risulta, in Italia, meno economico solamente di Palermo e di Bari. Il sistema tariffario romano è lo stesso da oltre dieci anni, mentre i costi, a partire da quelli dei carburanti, delle assicurazioni e delle autovetture, sono cresciuti in maniera rilevante. Anche in questo caso dal Comune ci era stato detto che entro giugno avrebbe avviato la procedura di rinnovo del sistema tariffario, ma al momento ci risulta solo l’immobilismo più totale.
In questo momento è in corso una interlocuzione con il Governo per risolvere il problema della mancanza di taxi nelle città. Quali sono le prospettive?
Fino ad ora ci siamo incontrati due volte con il Ministro Salvini, con il Ministro Urso e con il Viceministro Rixi per cercare di capire come venire a capo di questa faccenda. Ci è stato detto che l’intenzione è quella di attivare nuove licenze per incrementare il servizio. Noi abbiamo risposto di non avere, in generale, pregiudizi su un eventuale nuovo rilascio, purché si faccia una seria analisi delle specifiche esigenze di mobilità nelle singole città. Tra l’altro, è dato di questi giorni che la situazione sta leggermente migliorando, il picco si sta assottigliando, sperando però che non nascano problemi durante il mese di agosto, quando verrà attuata la riduzione organico decisa dal Comune di Roma.
E se licenze nuove dovranno essere, che si definiscano numeri in maniera progressiva e ragionata, sulla base delle reali necessità ed alla luce della sostenibilità economica del servizio. Noi non siamo stipendiati da una società ed il nostro servizio non gode di alcun contributo o sovvenzione da parte dello Stato: i singoli tassisti sopportano i costi di gestione da soli e con il proprio lavoro.
E le vostre proposte?
Puntualmente inviate ai Ministeri. Chiediamo ormai da anni l’istituzione del Registro Informatico Pubblico Nazionale delle Imprese Taxi e NCC, la pubblicazione del Decreto attuativo per la Regolamentazione delle Piattaforme Tecnologiche, sgravi fiscali come la riduzione del costo della benzina. Abbiamo proposto l’adozione di tariffe basate sulla velocità commerciale e sull’introduzione della tariffa flessibile, con un vantaggio anche per il cittadino fruitore del servizio non solo in termini di economicità ma anche di trasparenza e di certezza su ciò che andrà a spendere. E poi: turni fatti bene, tutte le misure possibili per la fluidificazione del traffico veicolare e del trasporto pubblico, la gestione della mobilità durante i grandi eventi, il coordinamento con le altre modalità di trasporto pubblico collettivo.
Tutte cose che sembrano normali per un servizio pubblico di qualità, ma che evidentemente non rappresentano priorità per le Amministrazioni comunali.
Quali sono state le risposte del Governo?
Siamo ancora in una fase iniziale di concertazione, anche se ci sono state proposte alcune misure tampone che non sono assolutamente fondate sulla sostenibilità del servizio. Mi riferisco al rilascio di licenze gemelle e di licenze stagionali. Sulle altre ipotesi messe sul tavolo dal Governo abbiamo manifestato la nostra totale apertura: dalla semplificazione delle attuali procedure per l’attivazione delle seconde guide, effettivamente molto macchinose dal punto di vista burocratico, alla messa in campo di incentivi per l’acquisto di veicoli ecologici, per i quali siamo ovviamente a favore purché vengano parallelamente create le infrastrutture di ricarica.
Quindi, nessun muro contro muro, a quanto mi sembra di capire…
No. Parlerei più di apertura condizionata e ragionata. Il raddoppio delle licenze è irragionevole, visto che le città come le nostre non sono dotate di infrastrutture, di parcheggi Taxi e di corsie preferenziali. Ma si immagina Roma con 7.800 veicoli in più nel traffico di oggi?
Ma questo vale pure per le licenze stagionali: ci sarà un motivo per cui, in tutti questi anni dal Decreto Bersani, siano state così residuali? Il motivo è che il breve lasso di tempo della loro operatività non permette a nessuno, tassisti e cooperative, di recuperare gli investimenti per l’acquisto delle autovetture e per l’effettuazione del servizio. Riteniamo che le licenze stagionali siano anti-economiche.
E adesso quali sono i prossimi passi?
Ieri il Vicepremier Salvini ed il Ministro Urso hanno avuto un faccia a faccia i Comuni per un confronto sul tema, aspettiamo di conoscere l’esito dell’incontro dopodiché abbiamo già comunicato che è urgente rivedersi per iniziare il confronto su una bozza di riforma del settore. Se la discussione sarà seria, noi abbiamo già messo sul tavolo la nostra disponibilità massima. Purché non si parli più di soluzioni non sostenibili ed irricevibili.