''I tassisti sono stufi di apparire quotidianamente sulle pagine dei giornali come uno dei primi problemi del nostro Paese. Siamo consapevoli di svolgere un servizio pubblico essenziale, ma da soli non potremo mai sopperire alle carenze del TPL che, a differenza dei taxi, ha un costo enorme per la collettività e che potremmo facilmente ridurre, anche con il nostro contributo.
È troppo semplice declinare l’incapacità di rispondere ai crescenti bisogni di mobilità da parte di chi amministra le nostre città scaricando tutte le colpe sui taxi sostenendo che sono insufficienti. Di questo possiamo pure parlarne, ma non possiamo però sottacere che le linee degli autobus e delle linee metropolitane sono scarse e per contenerne i costi vengono ridotte o chiudono troppo presto la sera e i mezzi spesso sono fermi perché non viene fatta la necessaria manutenzione''. Lo dichiara Loreno Bittarelli, presidente dell'Unione Radiotaxi d'Italia.
''Se vogliamo provare a risolvere il problema, pensando al primario interesse dei cittadini che hanno la necessità di muoversi all’interno delle aree urbane, bisogna lasciare da parte ogni ideologia" aggiunge.
"Serve una politica seria, fatta dalle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, che favorisca e incentivi la viabilità e l’utilizzo del mezzo pubblico rispetto a quello privato. Il numero delle licenze dei taxi e le modalità di utilizzo delle licenze da parte degli operatori può essere razionalizzato, ma deve anche, necessariamente, rimanere contingentato per continuare ad assicurare alla nostra utenza gli obblighi di servizio pubblico che oggi offriamo, mentre con l’utilizzo delle nuove tecnologie che consentono di modulare la domanda, possiamo contribuire a migliorare la qualità e favorire l’incontro fra la domanda e offerta del servizio''.