Tempi di attesa lunghissimi e, nelle ore di punta, taxi introvabili. Quegli stessi taxi che ora non solo non si reperiscono più nelle aree adibite, ma non si possono neanche più prenotare da un giorno all’altro.
È questa la situazione che da mesi si presenta a Roma (ma non solo) per turisti e cittadini. La grave inefficienza dei servizi di taxi è un problema che da tempo affligge tutte le grandi città del Paese, ma dallo scorso aprile, maggio si è aggravato. E no, non è solo colpa della crescita vertiginosa di turisti che si registra nella capitale e in generale nelle città italiane più celebri dalla primavera di quest'anno. Il problema è politico e riguarda la gestione delle vetture, delle turnazioni, dei riposi e delle ferie dei tassisti. E poi ovviamente ha a che fare con il numero delle licenze, che in molte città italiane sono ferme ai primi anni 2000. La ministra per il Turismo Daniela Santanché stamane ha fatto sapere di voler incontrare "tutte le sigle dei taxi, perché non ci possiamo permettere che un turista debba fare decine e decine di metri di coda negli aeroporti e nelle stazioni: questo è il nostro biglietto da visita".
La Cooperativa Radiotaxi 3570 è la più grande d'Europa e la maggiore organizzazione d'Italia del settore. Solo a Roma possiede circa 3800 vetture. Negli ultimi tempi però è stata costretta a sospendere le prenotazioni di taxi negli orari di punta, e cioè dalle 7 alle 21. “Lo abbiamo fatto per senso di responsabilità. Perché in questo momento non siamo in grado di assicurare di dare seguito all’impegno che prendiamo con il cliente, che magari deve andare in ospedale o deve recarsi all’aeroporto per partire” spiega ad Huffpost Walter Sacco, tassista della Cooperativa e responsabile regionale URI - Unione Radiotaxi d’Italia.
A Roma c’è prima di tutto il grave e non nuovo problema dell’esiguo numero di licenze: sono 7672 quelle attive al Comune, ovvero una ogni 350 abitanti circa. Pochissime. Ma questo è un problema generale che affligge molte città italiane e la capitale da almeno una ventina di anni. Secondo Carlo Rienzi, presidente del Codacons, "nella capitale servirebbero un migliaio di taxi in più rispetto a quelli attualmente in circolazione".
Secondo Sacco invece il primo vero problema riguarda la gestione della turnazione, "in cui il Comune di Roma non si è mai realmente impegnato. “Noi avevamo proposto una turnazione che negli orari centrali della giornata, quindi dalle 8 alle 21 della sera, prevedeva la disponibilità di 6 mila vetture. Invece ci ritroviamo, in quelle ore, con tra le 3mila e le 4mila vetture. Quindi il Comune ha allungato a dismisura la turnazione. I turni di ora vanno dalle 6 della mattina alle 20. Come è possibile reggere questi orari?” lamenta Sacco.
Secondo la Cooperativa serve poi una rimodulazione della tariffa taxi, “in modo che le corse brevi siano più costose, per spingere le persone a non prendere il taxi se non quando fortemente necessario”. Poi ancora una corsia preferenziale per i taxi verso le strutture ospedaliere, “anche perché il 30% delle corse della nostra Cooperativa sono verso gli ospedali”. Non meno importante, infine, una “regolamentazione dei riposi e delle ferie”, in modo che, spiega Sacco, “non tutti i tassisti riposino la domenica e quindi manchino i taxi alla stazione Termini nei giorni di punta”.
Il Comune di Roma, per cercare di mettere un argine al problema, ha emanato negli ultimi giorni un regolamento che prevede la seconda guida, cioè la possibilità di estendere l’attività a un collaboratore per un turno extra di 4-7 ore (ovvero due soggetti che lavorano su una stessa licenza). Roma Servizi per la Mobilità ha inviato a tutti i tassisti le istruzioni per l'iscrizione tramite la piattaforma Taxi Web alla seconda guida, iscrizioni che sono partite il 23 giugno scorso.
Dal Comune fanno sapere che non è l’unica mossa che si prevede per risolvere le gravi inefficienze dei servizi taxi. Secondo quanto si apprende dal Campidoglio “il Comune starebbe lavorando ad una piattaforma digitale - che è già in funzione ad esempio a Milano - e che gestirà i turni, ma anche i riposi e le ferie dei tassisti”. In questo modo l’amministrazione punta a garantire un numero adeguato di taxi nei momenti di picco della domanda, andando incontro alle richieste dell’utenza che da tempo lamenta l’insufficienza delle auto a disposizione.
Il Campidoglio ha invece respinto un’altra delle voci che circolano in questi giorni, ovvero che per fare fronte alla crescente domanda e in vista del Giubileo 2025, si vada verso il rilascio di altre mille licenze taxi. Bisogna in effetti ricordare che l’ultimo ad aver rilasciato licenze nella capitale è stato nel 2006 l’allora sindaco Walter Veltroni, che ha dato il via a un bando per rilasciare 2mila nuove licenze. In ogni caso per aumentarle serve comunque il via libera delle rappresentanze sindacali, da sempre contrarie. “L’aumento di licenze non è comunque all’ordine del giorno” tronca le speranze il Campidoglio parlando con Huffpost.
Turni integrativi, nuove gestione dei riposi e delle ferie: sembra essere questa la via per migliorare una situazione ai limiti dell’assurdo. Quella dei turni integrativi è anche la via seguita da Firenze, che ha lo stesso problema di Roma, in una città che però ha sicuramente distanze più ravvicinate e mezzi pubblici che funzionano meglio. Palazzo Vecchio - fa sapere una nota - sta lavorando rapidamente ad una delibera per risolvere il problema dei ritardi, ampliando i turni delle auto in servizio nelle fasi di maggior richiesta, cioè nei periodi caldi, dove c’è una massiccia affluenza di turisti. E pensare che Firenze è un unicum in italia: è una delle poche città ad aver aumentato il numero di licenze negli ultimi anni, grazie ad un bando nel 2017 solo per auto elettriche. "Proprio in questo periodo stanno prendendo servizio 30 nuove licenze ter gestite dalle Cooperative dei tassisti" ha detto al Sole24Ore Giovanni Bettarini, assessore al Bilancio.
A Milano la situazione non è così diversa da Roma e Firenze. Nelle ore notturne, secondo i dati del Comune, un terzo delle chiamate, resta inevasa. Nei giorni poi in cui ci sono contemporaneamente più eventi che attirano diverse persone, il servizio taxi crolla. Ad esempio, la sera del 9 maggio di quest’anno.
Pioveva, oltre ai turisti in città si svolgevano due fiere, Tuttofood e Made In Steel, e un congresso medico mondiale. In città i taxi erano introvabili e intorno alla Stazione Centrale regnava il caos con centinaia di persone in fila in attesa dell’arrivo di una vettura bianca. A salvare, in parte, Milano c’è il trasporto pubblico, con la metropolitana in particolare che sicuramente funziona molto meglio rispetto a Roma.
Per il resto nel capoluogo lombardo negli ultimi giorni si parla tanto di "Next generation mobility" e di “auto volanti” che verranno testate durante le Olimpiadi invernali 2026, argomenti che appaiono un po' incoerenti nel contesto di una città in cui mancano almeno 700 vetture bianche per garantire un servizio discreto al cliente. Anche perché, solo nel primo quadrimestre del 2023, in città sono arrivati oltre 2,5 milioni di visitatori, numeri mai registrati prima. Nell’ultima riunione della Commissione taxi di Palazzo Marino è stata proposta la riapertura dell’avviso per le collaborazioni familiari a 16 ore e la revisione e rimodulazione dei turni di servizio con l’obiettivo di una distribuzione equa dell’offerta nei nuovi turni, anche nelle fasce più critiche, in particolare quelle serali e notturne.
Attraverso l'aumento del numero di collaborazioni familiari, per cui potranno guidare i taxi anche i parenti, e la revisioni dei turni di servizio, il Comune prova a coprire parzialmente la quota di domanda che attualmente non è soddisfatta. Al momento ci sono 5.404 taxi nel Bacino Aeroportuale di Milano di cui 4.855 in città. Attualmente sono 394 le collaborazioni familiari di cui 154 con turno unico (di 12 ore) e 240 con turno integrativo di 16 ore. Per quanto riguarda invece i dati sulle risposte del servizio taxi, riferite dal Comune in una commissione consiliare dello scorso aprile, l'analisi effettuata dall'assessorato alla Mobilità ha evidenziato che le chiamate assegnate sono aumentate del 9 per centro tra il 2015 e il 2018, mentre le inevase sono passate dal 6% del 2015 al 14% nel 2018, con un dato massimo di media del 28%, tra le 19 e le 21 dei giorni feriali e del 42% tra mezzanotte e le quattro del mattino nei fine settimana.
Mentre si aspetta che qualcosa evolva, nel frattempo però in città, ed in particolare a Roma, ci si deve muovere per forza. E se non ci sono i taxi disponibili allora magari si opta per un'auto di Uber, a costo però di pagare di più: le tariffe si possono concordare scambiando messaggi con il conducente. A Roma però Uber è ancora un miraggio, perchè, nonostante un accordo siglato lo scorso anno tra Cooperativa 3570 e Uber, resta sempre il problema della concorrenza e della regolamentazione, mai avvenuta del tutto, di questo settore.
In ogni caso, secondo Uritaxi (Unione di rappresentanza italiana dei tassisti), è sbagliato puntare così tanto sui taxi nel trasporto del futuro. "C'è bisogno di un piano mobilità nelle principali città" afferma il presidente nazionale Uritaxi Claudio Giudici replicando alle dichiarazioni del ministro del Turismo Santanchè. "Bus e metro devono ampliare la propria copertura di servizio, le preferenziali, anche provvisorie, devono aumentare, e sono necessari altri provvedimenti di fluidificazione del traffico. Non si può pensare che sia il sistema taxi, che è l'anello ultimo e integrativo al trasporto pubblico di massa, la soluzione a questo fortunato rimbalzo 'isterico' del flusso turistico".