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Roma - Carenza Taxi, Bittarelli (URI): “Perché i VIP non fanno polemica anche sugli autobus che non passano

2023-10-02 20:31

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Notizie dall'Italia, Roma, Emergenza taxi, Interviste,

Roma - Carenza Taxi, Bittarelli (URI): “Perché i VIP non fanno polemica anche sugli autobus che non passano? La colpa dei disservizi non è solo dei tassisti”

Anche i vip denunciano come sia sempre più difficile trovare un taxi. Bittarelli difende la categoria e invita a guardare il problema in un'ottica complessiva

Da tag24.it del 1 Ottobre 2023

 

Anche i vip sono scesi in campo nella polemica sulla persistente situazione di carenza di taxi a Roma. Nei giorni scorsi, infatti, diverse persone appartenenti al mondo dello spettacolo hanno denunciato le difficoltà di accedere al servizio delle auto bianche nella Capitale. Ad aprire le danze, se così si può dire, Pippo Baudo che, in un commento rilasciato all’AdnKronos ha parlato di «situazione indegna» dovuta ai tassisti, i quali «vogliono essere i dominatori della città».


La critica di Baudo ha aperto la strada a numerosi commenti di altri noti colleghi: da Massimo Ghini – che ha paragonato la stazione Termini a Lampedusa – a Nancy Brilli, passando per Enrico Montesano.. insomma, tutti hanno detto la loro.


Al di là delle polemiche, tuttavia, ciò che occorre chiedersi è come e perché si sia determinata questa situazione e, soprattutto, cosa può fare la capitale per uscire da uno stallo a dir poco imbarazzante. Di questo e di molto altro la redazione di TAG24 ha parlato con Loreno Bittarelli, presidente di Unione RadioTaxi Italiana, in questa intervista esclusiva.

 

Secondo Bittarelli, la carenza di taxi a Roma non può e non deve essere imputata solo al lavoro dei tassisti. Per questo le polemiche – siano dei vip o dei comuni cittadini – devono essere accolte ma inquadrate in un’ottica di sistema che distribuisca le responsabilità tra tutti gli attori in campo nel trasporto pubblico.

 

Bittarelli, in questi giorni diversi vip hanno pubblicamente criticato i tassisti per la carenza del servizio a Roma. Pippo Baudo vi ha definiti dei «dominatori assoluti». Cosa ne pensa?

«Ma cosa ne penso... Pippo Baudo, la Parietti e tutti gli altri non dicono niente degli autobus, dei tram e delle metro che non funzionano e scaricano tutto il peso del trasporto pubblico locale sui taxi? Il fatto che ci sia carenza di taxi è un problema che esiste ed è evidente a tutti, non lo neghiamo. Credo però che di fronte a un problema, se si è onesti, si debbano analizzare le cause, che in questo caso sono molteplici.

Nella scarsità dei taxi a Roma influiscono i flussi turistici, la presenza di cantieri, l’inefficienza del trasporto pubblico locale. Nella capitale le linee fornite da autobus sono dimezzate. Nelle poche che sono attive i mezzi si fermano in continuazione o addirittura prendono fuoco. Le metropolitane funzionano a singhiozzo.

Credo sia evidente che il servizio taxi, da solo, non possa sopportare tutto il carico del trasporto pubblico, che è un sistema che dovrebbe funzionare nell’insieme".

 

Sareste favorevoli all’aumento delle licenze?
«Noi di Unione dei RadioTaxi d’Italia non siamo tra quelli che si oppongono a nuove licenze. Ci rendiamo conto che ci sono problemi, specialmente a Roma. Io stesso ho proposto che si rilascino 300 licenze subito. Siamo l’unica associazione in Italia che ha questa posizione. Se servono nuove licenze, che si rilascino in maniera graduale e adeguata, con un’istruttoria che verifichi la reale necessità. Sul punto anche l’Autorità di regolazione dei trasporti ha recentemente dettato le linee guida per i Comuni, che però non le hanno prese in considerazione.

È questo il punto: la responsabilità non è solo dei tassisti, anche i Comuni sono inadempienti. Capisco che la nostra categoria non sia simpatica, ma anche sui media non ho mai visto pubblicare video e foto di persone che aspettano, sotto il sole di agosto, autobus che non passano. Perché nessuno denuncia anche i disagi che creano gli altri attori del trasporto pubblico locale?"

 

Lei fa riferimento a un’antipatia nei confronti della categoria, non crede sia dovuta proprio all’opposizione di tante associazioni – non l’URI, come da lei spiegato – all’aumento e alla liberalizzazione delle licenze?

«È troppo facile dare la colpa sempre ai taxi. Nessuno considera le condizioni in cui lavora un tassista, che magari ci mette un’ora a raggiungere Termini dove nel frattempo sono arrivati già tre/quattro Frecciarossa.
Noi siamo disponibili a fare la nostra parte, ma si devono creare le condizioni per farlo. Noi abbiamo la necessità di poter arrivare nei punti dove si converge la domanda. Bene creare nuove licenze e introdurre elementi di flessibilità, anche nelle tariffe che potrebbero riuscire a condizionare la domanda, stimolandola nei momenti morti e facendola affievolire negli orari di punta.
Quello che voglio dire è che la politica la fa sempre facile. Nessuno considera però che ci sono momenti di grande afflusso nelle città, come l’estate, cui seguono momenti di minor richiesta in inverno. Bene, in questi mesi cosa facciamo? Lasciamo i taxi ammucchiarsi nei posteggi? Serve trovare un equilibrio che possa consentire al taxi di funzionare meglio e al tassista di sopravvivere dignitosamente".

 

Il pacchetto taxi approvato a maggio a Roma prevede l’implementazione del sistema delle doppie guide. A che punto siamo?

"Già a suo tempo dissi che si trattava di misure “toppa”, non in grado di essere una reale soluzione. Anche perché sulle doppie guide si è verificato un intoppo nelle procedure nelle Camere di commercio che non rilasciano l’autorizzazione se ai tassisti occorre aprire una doppia partita iva sulla stessa licenza.

Nella pratica questo significa che le doppie guide sono state attivate tra collaboratori familiari. Chi non lavora con un congiunto, invece, si è trovato di fronte l’ostacolo di un’apertura di un’altra partita iva e di un’altra posizione Inps.

Da questo punto di vista il decreto Asset del Governo dovrebbe superare il problema, imponendo alle Camere di commercio l’apertura di una seconda partita iva sulla stessa licenza".

 

L’Unione RadioTaxi d'Italia ha rilanciato una battaglia per l’aggiornamento dei tariffari nel comune di Roma. Ci spiega?

"Quando si parla di taxi tutti parlano di libera concorrenza nel mercato. Nel mercato però il costo di un servizio è determinato dal punto di incontro tra la domanda e l’offerta.

A Roma le tariffe non vengono aggiornate da 11 anni e di conseguenza la domanda sale, mentre i costi per i tassisti sono aumentati su tutto, e non solo sul carburante.

Aggiornando le tariffe – senza esagerare – si potrebbe non solo ridimensionare la domanda e sanare qualche squilibrio. Ovviamente non è che non vogliamo portare chi non ha molta disponibilità economica, ma i costi del servizio ci sono e sono evidenti.

A Roma sono ben 11 anni che sono fermi e non riescono a formulare un nuovo tariffario. Per questo abbiamo chiesto di aggiornare le tariffe allineandole con quelle del comune di Milano, che le delibera ogni anno. Anche perché parliamo di prezzi approvati da tutte le associazioni competenti, dai sindacati, dalla Regione e dal Comune. Le dirò di più: noi abbiamo chiesto di adeguare Roma al tariffario dell’anno scorso, neanche a quello di quest’anno.

Vorrei vedere qualsiasi lavoratore che in busta paga avesse lo stesso compenso di 12 anni fa. Questo è un altro aspetto che a mio giudizio dovrebbe far capire che la colpa non è e non può essere solo dei taxi".