“Non c’è nulla di vero nelle indiscrezioni diffuse, a parte il fatto che costituiremo una Commissione, come annunciato in conferenza stampa. Lo scopo non è però quello dii stabilire un aumento delle tariffe dei taxi, ma piuttosto una rimodulazione, che in certi casi può comportare anche una riduzione dei costi. Attualmente ci sono dei meccanismi che comportano degli squilibri da riequilibrare: le cose in città sono cambiate, ma le tariffe sono ferme a 12 anni fa".
L’assessore alla mobilità di Roma, Eugenio Patanè, nega il quadro tratteggiato dal Corriere della Sera, che aveva ipotizzato un aumento, in arrivo per l’autunno, tra il 10 e il 20% delle tariffe dei taxi, con un innalzamento della quota fissa di partenza a 8 euro (attualmente è di 3 euro nei giorni feriali, 5 euro nei festivi e 7 per le corse notturne), e un aumento delle tariffe fisse per il raggiungimento degli aeroporti di Fiumicino e Ciampino.
A negare la ricostruzione, dall’altra parte del tavolo della trattativa non ancora in corso, è anche Walter Sacco, tassista della Cooperativa Radiotaxi 3570, la più grande d’Europa, e responsabile regionale URI - Unione Radiotaxi d’Italia. Concorda con l’assessore sul punto, ma accusa la giunta di una lentezza nella risoluzione: la discussione con la Commissione è attesa da tempo, dice.
“Si farà a luglio”, garantisce l’assessore, “Ci saranno tre professori universitari, il dipartimento mobilità sostenibile del Comune, parteciperanno i rappresentanti della categoria e dei consumatori, perché vogliamo ci sia un confronto tra i soggetti attivi di questa vicenda: non soltanto chi guida, ma anche chi prende il taxi”.
Le proposte delle associazioni di categoria sono già pronte. Tra quelle avanzate da URI (clicca qui per scaricare la nostra proposta) ci sarebbe appunto l’innalzamento a 8 euro della quota di partenza, come anticipato dal Corriere, che andrebbe a garantire un’entrata minima al tassista per ogni corsa. “Sa quante volte mi è capitato di fare tutta la fila a Termini, arriva il mio turno e il cliente mi chiede di raggiungere l’angolo successivo. Io non posso dire di no, ma questo significa che per pochi euro mi sono dovuto spostare e sono costretto a fare tutta la fila da capo”, racconta un tassista, a proposito del problema comune a molti colleghi. “È corretto anche farlo. Un signore può avere problemi di mobilità e necessitare del taxi per uno spostamento minimo”, commenta Sacco di URI. A proposito degli 8 euro di partenza, fa però una specifica che a suo parere potrebbe non essere chiara: fino a quando non si matura, con gli scatti previsti, l’importo complessivo di 8 euro, l’importo sul tassametro resterebbe fisso. Al momento del raggiungimento della soglia di 8 euro, il tassametro supera l'importo con gli scatti previsti. Questo significa che un cliente spenderà 8 euro per percorrere pochi metri, ma 8 euro ne spenderà anche chi, ad esempio, vorrà raggiungere piazza Navona, a circa 4 chilometri di distanza dalla stazione.
Il tassametro, insomma, non inizierebbe a salire appena chiusa la portiera della vettura. La proposta di URI prevede tre differenziazioni. Il primo scatto del tassametro arriverebbe dopo 4,38 km nei giorni feriali, dopo 2,63 km nei festivi, dopo 0,88 km nei notturni: in linea con le quote di partenza previste al momento. Sulla tariffa minima in conferenza stampa anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri si è detto concorde, ma senza specificare a quanto ammonterà la quota, ancora da stabilire.
Oltre all’introduzione di questa novità, le richieste dell’associazione taxi sono principalmente due: tariffe pensate su una tabella di velocità commerciale (che valuti il rapporto tra la distanza percorsa ed il tempo impiegato per percorrerla) e confini delle delle Mura Aureliane interpretate secondo le mappe storiche.
Attualmente è prevista una tariffa tassametrica unica progressiva. L’euro e 10 centesimi per chilometro (con velocità maggiore di 20 km/h) passa a 1,35 euro quando al valore fisso iniziale indicato dal tassametro si cumulano ulteriori 11 euro. Un cumulo di ulteriori 13 euro porta allo scatto di 1,66 euro sino al termine del percorso. La tariffa oraria con scatto a tempo per velocità inferiore ai 20 km/h è invece di 27 euro.
La proposta della tariffa per velocità commerciale prevedrebbe una tariffa oraria di 28 euro con una velocità fino a 19,99 km/h. Si pagherebbe poi 1,66 euro a chilometro tra i 20 e i 29,99 km/h (“quando un veicolo va molto piano aumenta la tariffa perché è impiegato per più tempo su quella corsa”), di 1,35 euro a chilometro dai 30 fino ai 49,99 km/h (“perché inizi ad avere un’andatura corretta sul cerchio cittadino"), di 1,14 euro a chilometro dai 50 fino ai 69,99 km/h (“perché stai andando talmente bene che ci metterai poco a concludere quella corsa”), di 1,35 euro a chilometro dai 70 fino a 89,99 km/h e di 1,66 oltre i 90 km/h (“si torna a salire perché si va verso fuori Roma con questi limiti di sicurezza”).
Per quanto riguarda le tariffe predeterminate, partendo dall’interno delle Mura Aureliane attualmente è previsto un costo fisso di 50 euro per raggiungere Fiumicino e 31 euro per raggiungere Ciampino. “Se parto col tassametro acceso da Piazzale degli Eroi per arrivare a Ciampino si arriva a 48 euro: a me ne danno 31. Vorremmo che le Mura Aureliane considerate fossero quelle reali e non il concetto che è stato allargato nel tempo. Abbiamo chiesto a uno storico di tracciare una mappa precisa e chiediamo al Comune che venga presa quella in considerazione”, spiega Walter Sacco.
Una revisione si rende necessaria, dicono i tassisti, anche a fronte dei tanti aumenti registrati. Per citarne alcuni, il costo medio per l’acquisto di una vettura nuova nel 2013 era di 18mila euro, oggi di 26mila, secondo il report stilato da Assoutenti nel 2023. Costo manutenzione ordinaria e riparazione è passato da una media di 337 euro a 448 euro, con un aumento del 33% secondo un report sempre del 2023 di Federcarrozzieri. “Non si può perdere tempo”, dice Sacco, “E se non si accettano queste proposte, a questo punto ci diano la tariffa di Milano. Insieme a Roma è una delle città più importanti d’Italia, l’assicurazione qui costa di più, il costo della benzina è uguale, delle macchine anche. Quindi i costi di gestione sono gli stessi. Sarebbe una soluzione di ripiego, non la migliore per noi, ma sarebbe intanto una soluzione”.
Il modello Milano prevedrebbe un aumento delle tariffe di circa il 20%, come quelle adottate nel capoluogo lombardo. Ma l’ipotesi non è minimamente al vaglio, spiega l’assessore Patanè: “Milano non può essere presa in considerazione per Roma. Il nostro problema non è solo servire il centro storico. Milano ha un’estensione di 181 chilometri quadri, Roma di 1.300. Praticamente siamo dieci volte Milano. È come se loro adottassero provvedimenti su due nostri Municipi, ma io poi ne ho altri tredici da servire. Le loro tariffe e scelte di mobilità sono giustamente tarate così, ma se io le applicassi, dal momento che ci sono zone dove i taxi arrivano molto poco, avrei cittadini di serie A e di serie B. Noi abbiamo bisogno di scelte armoniche per la conformazione di Roma”.
A Roma il problema taxi si pone in maniera stagionale, commenta l’assessore a proposito delle tante lamentele di cittadini in attesa infinita di un’auto bianca, soprattutto all’uscita della principale stazione ferroviaria della Capitale: “Tre mesi fa non si parlava di emergenza, ma in alcuni periodi torna l’argomento. Bisogna avere un’offerta che possa servire i picchi di domanda, e questo si può fare con le seconde guide che abbiamo introdotto. Se i tassisti aderiscono, riteniamo sia un ottimo modo per rispondere ai picchi di stagionalità. Se i tassisti non aderiranno, bisognerà capire quante licenze in più andrebbero lasciate. Alla base di questo stato di cose, c’è una legislazione ferma a 31 anni fa. Nonostante nel corso degli anni ci siano state modifiche e integrazioni, se non si interviene sulla legge istitutiva i problemi restano. Io lo so che in determinate ore a Termini i taxi non ci sono, ma io non posso dire a un tot di licenze di servire la stazione nel momento in cui c’è una carenza. E questo nonostante si tratti di un servizio pubblico. Non è una situazione accettabile. Il tema non è solo l’aumento delle licenze, ma tutto il resto”.