Intervista a La Stampa del 2 Agosto 2023
Niente da fare. Dai tassisti non arriva il via libera alle proposte dei ministri Urso e Salvini per aumentare le licenze dei taxi né in via definitiva né in via provvisoria come i periodi di maggiore afflusso turistico.
Loreno Bittarelli, presidente del 3570, che con 3.600 tassisti a Roma, è la cooperativa più grande d’Italia, è categorico: “Siamo disponibili al dialogo, ma non alle condizioni prospettate dal governo. Su di noi, mi creda, piovono colpe non nostre”.
Mi scusi, ma la carenza dei taxi a Roma è sotto gli occhi di chiunque: basta andare alla stazione Termini dove ci sono code chilometriche di passeggeri in attese a dir poco sfinenti.
Noi non abbiamo colpe: il guaio è che a Roma non funzionano i mezzi pubblici. Sia la metropolitana, sia gli autobus sono insufficienti e non coprono né tutti gli orari né tutti i quartieri. Scaricano tutti la responsabilità su di noi solo perché siamo un servizio pubblico, ma non possiamo pagare le inefficienze altrui.
Non sarebbe meglio aumentare le licenze? Ai tassisti non mancherebbe certo il lavoro.
L’ipotesi delle cosiddette “licenze gemellate” è da rifiutare perché irragionevole: il tassista che prende una licenza aggiuntiva deve prendere un dipendente con tutti i costi, anche della vettura, che ne conseguono. E come fa a pagarlo? Non possiamo farci carico di costi raddoppiati solo per affrontare le esigenze di 3-4 mesi all’anno. Noi dobbiamo far quadrare i conti ogni mese.
Potreste almeno potenziare le licenze in quei periodi, come l’estate, con maggiore presenza di turisti. Perché siete contrari anche alle licenze aggiuntive provvisorie?
Valgono le stesse considerazioni per il nostro rifiuto alle licenze aggiuntive ai titolari che ne fanno richiesta: i costi supererebbero i guadagni. Per noi non è conveniente.
Eppure non sembra che guadagniate così poco. Il tassista di Bologna Roberto Mantovani, "RobertoRedSox”, ogni giorno pubblica su Twitter il suo incasso e ammette che con il pagamento POS incassa anche 600 euro al giorno, mentre a Roma molti tassisti preferiscono essere pagati in contanti.
Innanzitutto voglio precisare che non credo che Mantovani possa guadagnare così tanto come scrive sui social, infatti l’ho sfidato a pubblicare la dichiarazione dei redditi degli ultimi 5 anni ma non lo ha fatto. Come mai?
E poi guardi che i taxi 3570 sono tutti tenuti ad accettare il pagamento con le carte di credito.
Ciò nonostante in molti le rifiutano.
Se vi capita, invece di scriverlo su Twitter segnalatelo alla compagnia o al Comune, le pene sono severissime: al primo rifiuto parte una sospensione del tassista dal servizio di una settimana, al secondo di un mese e alla terza l’espulsione dalla cooperativa.
Torniamo al muro contro muro con il governo. Avete qualche apertura sulla doppia guida?
Su quest’ultima possibilità posso dire che ci stiamo provando ma anche qui certo non siamo aiutati dalla burocrazia. L’Italia è un Paese con mille vincoli burocratici e quindi non è facile, anche solo per l'apertura della partita IVA, che un tassista a fine turno possa cedere la sua auto e la sua licenza a un altro collega.
Intanto la gente impazzisce per trovare un taxi. Voi che cosa suggerite per affrontare l’emergenza?
La flessibilità sia degli orari, per avere più mezzi durante i picchi delle richieste, sia delle tariffe, per aumentarle anche del 30% quando c’è più bisogno di vetture. Inoltre avremmo bisogno disgravi fiscali come la riduzione del costo della benzina.