Le statistiche sono impietose: tra il 2018 e il 2023 le chiamate inevase sono quasi raddoppiate. Non che prima fossero lusinghiere: già nel 2018, l’aumento delle chiamate nei tre anni precedenti, pari a 0,9 milioni, era stato superato da quello da 1,1 milioni delle telefonate a vuoto. Tradotto: "Tale incremento corrisponde a un aumento del 9% delle chiamate servite e del 188% delle chiamate inevase".
Sono queste le cifre, nel frattempo ulteriormente gonfiate dal boom turistico pre e post Covid, che hanno spinto il Comune a porsi come obiettivo mille licenze taxi in più per avvicinare il più possibile l’offerta alla domanda, con un primo step da 450 varato due giorni fa con una delibera di Giunta (da equilibrare con le seconde guide) e tenendosi aperta la strada che porta alla riproposizione della richiesta alla Regione di ulteriori 450 autorizzazioni (istanza del 2019 mai revocata).
All’origine del provvedimento, proposto dall’assessora alla Mobilità Arianna Censi sulla base delle regole introdotte a ottobre dal decreto Asset, c’è il report datato 7 novembre dei tecnici dell’Agenzia mobilità, ambiente e territorio, che hanno analizzato per conto di Palazzo Marino il servizio delle auto bianche in città.
La maggior parte dei numeri si riferisce al 2018, tenuto conto che negli anni successivi le compagnie di radiotaxi non hanno (quasi) mai fornito all’amministrazione (se non in parte nel 2022 e all’inizio del 2023) i flussi giornalieri di chiamate: dall’analisi dei grafici emerge che lo scorso anno le percentuali di telefonate inevase hanno raggiunto le percentuali dell’8% e del 32% rispettivamente nei giorni feriali e nelle notti del weekend.
La rimodulazione dei turni – contromisura adottata d’intesa con i tassisti insieme alla riapertura dei termini per le collaborazioni familiari a 16 ore – ha sortito solo in minima parte gli effetti sperati: "L’aumento dei tassisti in turno nelle ore critiche è molto inferiore dell’aumento che sarebbe necessario per raggiungere la distribuzione ottimale di taxi in servizio, che permetterebbe di massimizzare il numero di utenti serviti a parità di ore complessive lavorate". Nei primi sei mesi del 2023, la situazione non è cambiata. Anzi.
"La percentuale di richieste inevase medie per mese – il commento a un istogramma sulla progressione delle chiamate a vuoto dal 2015 in avanti – è cresciuta in modo considerevole, con in media nel 2023 nei diversi mesi 1,9 volte la percentuale di richieste inevase rispetto ai rispettivi valori riferiti nel 2018". Di più: "In media, nei primi sei mesi del 2023, il 13% delle richieste sono risultate inevase per 60 minuti, ovvero per il 13% delle richieste non è stato trovato un taxi al primo tentativo né nell’arco di un’ora dalla prima richiesta".
E arriviamo alle 450 nuove licenze, che porteranno il dato totale delle macchine in circolazione a 5.305 (+9,3%): se venissero assegnate tutte tramite il concorso straordinario che verrà lanciato a breve, "il numero medio di chiamate inevase passerebbe da 13,89% a 10,64%".
Gli esperti di Amat stimano che il calo delle telefonate senza risposta determinerà "un incremento delle corse complessivamente soddisfatte pari al 3,77%". Una differenza, quella tra il 9,3% e il 3,77%, che "nella fase iniziale, in cui le condizioni operative e la domanda complessiva sono invariate", porterà a "una riduzione delle corse soddisfatte da ogni tassista pari all’8,9%".
Una differenza che rientra tra i parametri adottati da Amat per stabilire il prezzo delle 450 nuove licenze, fissato a 96.500 euro. Ecco la base di partenza: "Da una ricognizione sui portali di categoria e generici (Assotaxi, InTaxi, Milanoradiotaxi 8585, Subito), che riportano sia indicazioni e costi su come diventare tassisti a Milano che alcuni annunci specifici di vendita da parte di titolari di licenza, emerge un valore della licenza taxi a Milano che, tenendo conto delle oscillazioni tra fonte e fonte, stimiamo pari a 160mila euro".
L’aumento delle licenze porterà a una riduzione del numero di corse per i tassisti pari al 5,03%; il valore delle licenze calerà di pari passo, scendendo a 151.952 euro. Tradotto: -8.048 euro. Quindi, considerato che il dl Asset prevede che tutto il ricavato delle nuove autorizzazioni venga redistribuito tra i conducenti già in attività, Amat ha calcolato un costo minimo delle licenze di 86.829 euro per arrivare a quella cifra di "ristoro" (39 milioni divisi per 4.855).
A quel punto, i tecnici hanno messo in conto pure gli sconti previsti per i turni notturni (-30%), per il trasporto disabili (-20%) e per chi farà trasporto disabili di notte (-40%), prevedendo che un terzo delle licenze assegnate, circa 150, verrà equamente distribuito tra le tre categorie speciali. Risultato: il prezzo giusto è 96.477 euro, arrotondato a 96.500. Cioè 8.944 euro a testa.